E’ fondamentale essere consapevoli che è doveroso “spogliarsi” dai preconcetti, non fare affidamento su stereotipi dannosi e riduttivi e non permettere che questi influenzino il modo in cui si vede – e, in ultima analisi, giudica – altri.
Queste raccomandazioni sono nobili e sarebbe meraviglioso se tutti potessero metterle in pratica, in particolare quando si smantellano le molte opinioni problematiche (o discriminatorie) che abbiamo delle altre persone.
Molte sessioni di formazione virtuale durante la pandemia, ad esempio, includevano un partecipante che dichiarava di essere “troppo vecchio per tutte queste sciocchezze tecnologiche”. Il formatore, quindi, potrebbe aver sussultato dopo ogni istruzione, anticipando un problema o una sfida che non è mai arrivata. Il più delle volte, quegli stessi partecipanti hanno eseguito ogni esercizio e hanno contribuito all’evoluzione positiva di tutta la classe.
Cosa possiamo fare per eliminare i preconcetti generazionali?
Abbiamo tutti del lavoro da fare per depurarci, interrogarci e superare i giudizi che formuliamo sulle diverse generazioni: i giovani (millennial) hanno eccessivamente diritti e mancano di impegno, e i baby boomer sono stati in grado di acquistare le proprie case ma non sono in grado di scrivere nel modo corretto. Per quanto riguarda la generazione Z – quelli nati con uno smartphone in mano – beh, vedono più schermi delle loro famiglie.
Gli stereotipi tendono a provenire da pensieri generalmente condivisi che riflettono una parte della realtà. Troppo spesso non cerchiamo, per pigrizia o facilità, di comprendere il modo in cui vediamo e interpretiamo le persone di una generazione lontana dalla nostra, ma sforzandoci possiamo vedere qualcosa di diverso, possiamo vedere le realtà autentiche che screditano quelle convinzioni originali. In definitiva, possiamo sbagliare nel modo in cui vediamo e ci comportiamo nei confronti delle persone che si trovano al di là del divario generazionale.
Come può un formatore approcciarsi di fronte al divario generazionale
L’anno scorso, la formazione è cambiata oltre ogni aspettativa: niente più voli in giro per il mondo per conferenze o sessioni in aula. Viviamo in un nuovo mondo, in cui la tecnologia alimenta e facilita la fornitura di conoscenza. Portare la formazione nei salotti, nelle cucine e negli studi dei nostri partecipanti è un approccio diverso, ma ci richiede comunque di tenere a mente le diverse esigenze di un pubblico intergenerazionale – molti dei quali non avrebbero mai immaginato di frequentare una formazione in questo formato.
Questo pubblico arriva nell’aula virtuale con aspettative diverse rispetto all’esperienza della formazione online, plasmate dalle culture del posto di lavoro, dagli strumenti tecnologici e dalle esperienze educative che hanno attraversato. La formazione online, quindi, deve poggiare su differenti preferenze generazionali.
Il formatore deve quindi prendere in considerazione:
- Il formato e la durata delle sessioni di formazione.
- Utilizzo di canali di comunicazione alternativi, come emoticon, chat o lavagne.
- Tenere presente le idee diverse sul codice di abbigliamento quando si accende la fotocamera.
- L’immediatezza e la rilevanza del feedback e della segnaletica del facilitatore
E’ probabile che ogni generazione cerchi cose simili dalla formazione online, specialmente ora, quando l’isolamento sociale è così grande. La formazione riguarda lo sviluppo professionale e personale, ma riguarda anche l’interazione e la connessione. Le generazioni condividono speranze simili per la loro vita lavorativa: tutte apprezzano la collaborazione, l’innovazione e gli strumenti di lavoro accessibili per semplificare la vita. La differenza è nei metodi che si utilizzano per sfruttare questi valori e aspettative condivisi.
Alcuni tips and tricks
Per rendere le lezioni più accattivanti e facilitanti nell’approccio intergenerazionale è opportuno adottare le seguenti modalità
- Microlearning: creare sessioni online in brevi e dirette “pillole” di apprendimento. Con questo metodo di apprendimento flessibile, si può adattare il contenuto per soddisfare diversi intervalli di attenzione, preferenze e programmi di apprendimento, soddisfacendo tutte le generazioni.
- Includere breakout. Anche in una sessione online, è possibile dividere i partecipanti in gruppi. Usare i breakout per riflessioni e azioni mirate, ma è necessario essere consapevoli di chi si mette in ogni gruppo. Facilitare le collisioni intergenerazionali organizzando diversi gruppi di breakout, aiutando i dipendenti di generazioni diverse a interagire e comprendere i punti di vista degli altri.
- Rendere flessibili i momenti formativi. Pianificare la formazione nei momenti in cui tutte le generazioni hanno la disponibilità e lo spazio per impegnarsi con l’apprendimento.
- Dare feedback. Approfittare del feedback durante una sessione online utilizzando sondaggi, lavagne o chiamate di follow-up. Invitare tutti a partecipare, ma è importante non renderlo un prerequisito.
- Accendi la fotocamera. Assicurarsi che le videocamere di tutti siano accese. Gli esseri umani prosperano sulla connessione e la possibilità di vedersi contribuirà a creare un senso di comunità.
Articolo a cura di Laura Bonaita (Responsabile ufficio progettazione presso Associazione Formazione Professionale del Patronato San Vincenzo)
Fonte: https://www.diariodellaformazione.it/news/come-colmare-il-divario-generazionale-nella-formazione-online/